Non sarà un pezzo sulla coincidenza tra la l’omonimo film e quella odierna.
Si tratta piuttosto dell’innato moto, emotivo e allo stesso tempo razionale, a leggere i fatti del mondo intero in una prospettiva unica nella quale tutto si tiene e nulla accade senza effetti per le altre realtà umane. In una visione olistica e teleologica, infatti, è necessario scorgere i collegamenti, o gli hub di collegamenti, di natura emergentista(cioè quelli che permettono il cambio di stato ai fenomeni sensibili come ad esempio dal gas al liquido, dalla rabbia alla gioia, dall’amore all’indifferenza, dal PCI al PD sic!). Propendo per la variante teleologica perchè è più utile ragionare in termini di finalità, e quindi di utilità e interesse, piuttosto che di causalità che invece da l’idea di ricostruzioni posticce. A meno che non si sia immersi in un presente assoluto mono-tono e mono-nota, non si sia ostinatamente stolti, non si voglia ignorare se stessi e non si sia del tutto avulsi dall’uso della capacità interpretativa, risulta alquanto difficile non notare un certo smottamento del piano umano dell’uomo. Questo risiede nella parte razionale e utilitarista delle nostre facoltà intellettive e si rivolge tanto alla sfera spirituale che a quella corporea.
Quanto a quella spirituale, l’optimum sarebbe la riconciliazioni degli opposti in un processo di individuazione cosciente. Questo richiedere dapprima il riconoscere la dualità assoluta del potenziale umano e successivamente la ricerca di un metodo di ricomposizione sublimante. Su questo piano siamo abbondantemente all’anno zero, anzi al -10 e questo perchè lo stato di dissociazione più pericolosa, che poi sarebbe quella fondamentalista, la fa da padrone nell’immaginario collettivo creando senso di inadeguatezza, tensione, paura, diffidenza, anomia e paura del futuro e ignoranza del passato in quasi tutti i normali cittadini( la tattica è semplice: io sono il buono, tu sei il cattivo, ti combatto ma non riesco mai a vincere perchè rinasci sempre più cattivo di prima….versione non religiosa Oppure: l’uomo è cattivo per natura, un giorno arriverà un salvatore ma nel frattempo devo pur fare le sue veci…versione religiosa). Restano forse esclusi da questo stato di indeterminatezza cronica i super padroni del vapore, i quali pretendono la risalita verso di loro del fluido vitale fatto di gocce di speranza concessa controvoglia a una piccola parte degli “occidentali” tra il ’45 e l’81. Poi il riflusso e ora la digestione. In questo stato di cose il mantra iperefficientista della produzione immateriale di sapere/potere si oppone strenuamente all’inefficienza naturale dell’uomo umano e ricerca quell’uomo cibernetico che si sta studianto in tutti i laboratori (da quelli cognitivisti a quelli farmaceutici sino ad arrivare alla robotica spinta). L’iperefficienza come nuova religione secolare decomunistizzata e parzialmente ricristianizzata.
Quanto alla sfera del corpo, questo grande saggio che non mente mai, si sta cercando di farne strame coltivando un falso mito estetico lontano anni luce dalla cultura del benessere equilibrato. Gli effetti dell’iperefficientismo arrivista, ma anche quelli del semplice disequilibrio distributivo si riverberano su comportamenti altamente autolesionisti in termini di qualità del presente e durata del futuro. Istanze naturali vengono represse sull’incudine del dio denaro che tutto regola e vite senza senso vengono sprecate nella ricerca di modi sempre più esotici per fuggire dal proprio Se. Il corpo dicevo, annegato nell’estremo benessere o nella più oscura e obliterata memoria di se, diviene oggetto immobile sul quale incidere col fuoco la scritta “inutile”. Come tutte le cose importanti, ci accorgiamo del loro vero valore soltanto quando oramai è troppo tardi per rimediare e pur sapendolo insistiamo, come tanti piccoli lemming, nel voler colpire sempre più duro sull’incudine.
Una condizione siffatta sarà foriera di allontanamento ulteriore da noi stessi e dagli altri a noi vicini e non ce ne accorgeremo nemmeno, perchè saremo al tempo stesso oggetti e soggetti dell’agire quotidiano. Condensati così alcuni spunti di pensiero, forse un giorno verranno sviscerati e collegati a forma di uomo.